Welfare aziendale

La definizione che più si addice alla locuzione welfare aziendale è: il benessere che genera la produttività.

Favorire la conciliazione tra lavoro e vita privata (work -life balance), rispondere alle esigenze dei lavoratori elaborando un piano di benefit volto a favorirle: questi sono gli obiettivi principali del piano di Welfare all’interno di un’azienda. L’equilibrio e il benessere che si vengono a creare comportano uno sviluppo positivo della produttività. Una maggiore produttività si traduce in un maggiore potere d’investimento e si innesca così un circolo virtuoso che ha come effetto quello di favorire la crescita dell’azienda e delle persone che la costituiscono. I piani di welfare apportano benefici reali sia al datore di lavoro che ai dipendenti. In quest’articolo scopriremo nel dettaglio cos’è un piano di welfare, come si realizza, quali benefici comporta e molto altro.

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Cos’è il welfare aziendale?

Il welfare aziendale è un insieme di beni, servizi e modalità di organizzazione del lavoro che il datore di lavoro concede ai suoi dipendenti in risposta ai loro bisogni personali e famigliari, ottimizzando contemporaneamente la loro performance lavorativa, cioè favorendo la loro produttività ed efficienza. In pratica, il piano di welfare aziendale si pone lo scopo di favorire il benessere mentale e fisico delle persone, ricavando motivazione e maggiore efficienza lavorativa.

Beni, servizi e modalità di organizzazione del lavoro

Le azioni e le iniziative che possono costituire un piano di welfare aziendale sono molteplici.

  • Beni:
    rette scolastiche, assicurazioni integrative, iscrizioni a palestre, fondi viaggi, piani pensionistici, ecc.
  • Servizi:
    buoni pasto, nidi aziendali, abbonamenti a mezzi di trasporto pubblici, check up, servizi di caregiving, ecc.
  • Modalità di organizzazione del lavoro:
    flessibilità orario, telelavoro o smartworking, job sharing, ecc.

Com’è nato il concetto di welfare aziendale?

Il fenomeno è scaturito dall’esperienza aziendale e il paniere di benefit validi nei piani di welfare è sorto cercando tra i trattamenti che la normativa fiscale e contributiva esclude dalla nozione di retribuzione imponibile. Le prime forme di Welfare aziendale in Italia si sono manifestate agli inizi dell’Ottocento, per mano di imprenditori all’avanguardia che avevano previsto i bisogni scaturiti dall’urbanizzazione. Fin dalle prime iniziative, la pratica del welfare è andata sempre di più diffondendosi. Nel Novecento, i primi virtuosi esempi furono quelli della Olivetti e della Eni, che investirono in istruzione e assistenza alla genitorialità.

Fringe benefit e flexible benefit

La differenza principale tra fringe benefit e flexible benefit sta nel fatto che i primi si possono concedere ad un singolo dipendente, mentre i secondi si rivolgono alla totalità dei dipendenti o a una cerchia di essi ben definita. Inoltre, i due tipi di benefit si distinguono anche per quanto riguarda il trattamento fiscale.

Esempi di Fringe benefit

I fringe benefit sono quei benefit accessori definiti “compensi in natura”, ovvero l’insieme di beni e servizi offerti ai dipendenti per svolgere la loro attività lavorativa. Non si tratta dunque di compensi in denaro ma di dispositivi o attrezzature utili per agevolarli nel compimento della loro mansione. Ecco un elenco dei più comuni fringe benefit:

Questi benefit sono inseriti e regolati nel contratto individuale che l’azienda ha stipulato con il dipendente, sono quindi parte della retribuzione e di conseguenza oggetto di tassazione.

Esempi di Flexible benefit

I flexible benefit sono benefici flessibili ovvero beni e servizi che vengono erogati dall’azienda ai dipendenti in aggiunta alla retribuzione. Non fanno parte dell’accordo contrattuale ma vengono scelti dall’azienda che li mette a disposizione e godono di un regime fiscale agevolato. Questi, sono rivolti a tutti i dipendenti dell’azienda o a una specifica categoria di essi e spesso sono regolati dai CCNL.

Alcuni esempi di flexible benefit:

  • asili nido
  • borse di studio
  • assicurazioni sanitarie
  • previdenza complementare
  • abbonamenti a mezzi di trasporto pubblici.

Welfare aziendale: cosa sapere in generale

Il welfare favorisce il Work-life balance

La conciliazione tra vita professionale e vita privata (in inglese work-life balance) è una visione sempre più diffusa nel mondo del lavoro. Si tratta della possibilità di far convivere la sfera lavorativa con quella privata, un modello che gioverebbe alla stragrande maggioranza dei lavoratori, favorendo sia le loro relazioni private che le loro performance in azienda. Il lavoro smetterebbe di rivestire un ruolo fagocitante, come in molti casi accade, e acquisirebbe un valore positivo come fonte di sostegno e di gratificazione.

Il welfare alimenta un clima aziendale favorevole

Le aziende che investono nel welfare, alimentano un senso di appartenenza alla comunità aziendale che coadiuva non solo il rapporto datore di lavoro-dipendente, ma anche quello tra colleghi. Il senso di considerazione e solidarietà pervade tutto il sistema aziendale e si viene a formare un clima fertile per una crescita sinergica. Analizzando il clima aziendale, il datore di lavoro ha un indicatore prezioso dello stato di salute del suo team e del livello di motivazione verso il lavoro.

Il benessere del lavoratore e delle famiglie

I benefit del welfare si rivolgono anche alle famiglie dei dipendenti (coniugi, figli, genitori, generi, nuore, suoceri, fratelli e sorelle). Un esempio pratico è il supporto che l’azienda può offrire ai lavoratori caregiver, vale a dire quei lavoratori che prestano un servizio assistenziale ad un componente della famiglia non autosufficiente. L’azienda può scegliere di offrire loro vari tipi di benefit come, ad esempio, rimborsi spesa o beni e servizi volti a migliorare la loro qualità della vita.

Perché il benessere genera produttività?

Ma perché il benessere genera produttività? Uno dei fattori cruciali, che può potenzialmente generare prosperità o degenerazione in un business, è il livello di salute psicologica dei dipendenti. Investire per la produttività diventa anche occuparsi del benessere professionale dei lavoratori, incentivando i percorsi di formazione, per esempio, di team building e favorendo una politica meritocratica in un ambiente disteso e motivante. Lo stress lavoro-correlato, ovvero il disagio fisico o psicologico generato dalle attività lavorative, al contrario, oltre a minacciare la salute fisica dei dipendenti, ne inficia la concentrazione, l’impegno e la performance.

Welfare: I riferimenti normativi

I riferimenti normativi a cui il tema del welfare viene riferito sono:

Requisiti

Il beneficio concesso da un piano di welfare, per essere detassabile, non deve:

  • essere di natura retributiva, ovvero erogato in cambio di una prestazione lavorativa
  • essere estensibile ai collaboratori del datore di lavoro non dipendenti
  • essere ad personam

Il welfare nella cultura aziendale

Molti lavoratori non hanno la minima idea di quali siano i valori fondanti l’impresa per cui lavorano. Questa ignoranza non dipende necessariamente da un loro scarso interesse al riguardo (che, seppur vero, varrebbe la pena di essere indagato e capito), ma spesso è la conseguenza di una mancata o inefficiente comunicazione interna. Una mancata adesione e/o coinvolgimento emotivo dei lavoratori nei confronti della cultura aziendale e dei valori caratterizzanti l’impresa, non può che generare scarso interesse, bassa motivazione e risultati al di sotto delle aspettative. Al contrario, una cultura aziendale “human centered”, che si concentra cioè sulle esigenze delle persone, stimola l’interesse e la partecipazione attiva di tutti i dipendenti.

I benefici del welfare aziendale

 

Come detto, il piano di welfare in azienda consente di ottenere benefici sia per l’imprenditore datore di lavoro che per i dipendenti. Il mutuo vantaggio che entrambe le categorie ottengono, seppur in modalità diversificate, fa del welfare un tassello essenziale per il successo di un business.

Scopriamo quali sono, nel dettaglio, i benefici per ambo le parti:

I benefici per i dipendenti

welfare dipendentiwelfare dipendenti

Lo sgravio delle tasse – sicurezza finanziaria

I dipendenti possono accedere a riduzioni e sgravi su spese mediche, di caregiving, di babysitting, e inoltre possono godere di ferie e permessi aggiuntivi, possibilità di lavorare da remoto e così via. Tutto questo si traduce in un maggiore potere d’acquisto e un rinnovato interesse nei confronti del proprio benessere e di quello della famiglia.

welfare cardwelfare card

Il senso di appartenenza genera maggiore motivazione

La motivazione è una spinta interiore indispensabile per la realizzazione di qualsiasi progetto umano. In ambito lavorativo essere motivati, sentirsi gratificati e inclusi all’interno di un team di lavoro, genera efficienza, senso di responsabilità, maggior concentrazione e dedizione al ruolo, creatività, impegno e determinazione. Il welfare è un ottimo trigger di qualità ed efficienza, proprio perché spinge sulle leve psicologiche già citate e genera risposte emotive positive.

I benefici per l'azienda

Un piano di benefit rivolto al benessere dei dipendenti è un investimento. I costi che l’azienda va ad affrontare vengono recuperati nel lungo termine attraverso i numerosi vantaggi:

Maggiore produttività

Il benessere dei dipendenti si traduce in una maggiore produttività aziendale, che a sua volta comporta aumenti del fatturato e di conseguenza degli investimenti, volti alla crescita del business.

I vantaggi fiscali

Tramite la strategia di welfare, l’azienda beneficia di notevoli risparmi dal punto di vista contributivo e fiscale. Se i benefit sono oggetto di Contratto Collettivo Nazionale o di regolamento aziendale interno predefinito, l’azienda gode inoltre di una deducibilità integrale dei costi.

Come il welfare aziendale favorisce la Brand Awarness

Il termine inglese Brand Awareness rimanda alla popolarità del marchio. Si tratta di un indicatore oggetto di studio da parte dei Manager che nell’azienda hanno la responsabilità di accrescere la visibilità e il senso di fiducia del pubblico. I dipendenti possono giocare un ruolo cruciale all’interno della società, come diretti fruitori e creatori di una realtà produttiva. Un dipendente soddisfatto diventa il più delle volte un vero e proprio ambasciatore del marchio (Brand Ambassador), elargendo in buona fede giudizi positivi sul suo posto di lavoro e godendo di un’attendibilità unica, che nessun altro sponsor potrebbe mai avere.

Employer branding: un buon piano di welfare può contribuire ad attrarre talenti

Offrire un generoso piano di welfare per un’azienda significa attrarre i migliori talenti sul mercato del lavoro. L’impegno per il benessere dei dipendenti è un attrattivo molto efficace, indispensabile all’interno di una strategia di Employer Branding. Il professionista altamente qualificato in cerca di un nuovo impiego sceglierà l’azienda che avrà investito meglio in termini di Employer Branding e di welfare aziendale.

Employer retention: fidelizzare i talenti già acquisiti con il welfare

Il welfare favorisce il clima aziendale; i dipendenti non si sentono frustrati, sfruttati o abbandonati e quindi non subiscono l’urgenza di cambiare la loro posizione lavorativa. Non ci sarà bisogno di investire in ricerca di personale e tutti gli oneri che un turnover può comportare, verranno risparmiati. Tutto questo si traduce inoltre in:

  • minor assenteismo
  • una riduzione dello stress
  • un mercato del lavoro più inclusivo
  • una miglior capacità di ammortamento di eventuali crisi.

Come scegliere i servizi giusti per il piano di welfare

La prima cosa da fare per scegliere i servizi giusti per un piano di welfare è conoscere le reali necessità dei dipendenti. Per farlo si possono sfruttare strumenti quali sondaggi periodici, sottoposti sotto forma di questionari anonimi, e contenenti domande volte a valutare il loro coinvolgimento e i loro suggerimenti.

È possibile elaborare un piano in autonomia o scegliere affidarsi a partner esterni competenti, che possano fornire una consulenza personalizzata nel percorso di attivazione del piano di welfare. La strategia deve essere stilata nel dettaglio e ogni aspetto del processo di erogazione dei benefit aziendali, dev’essere previsto.

La politica retributiva

I piani di welfare fanno parte di ciò che, all’interno di una politica retributiva, viene denominato attività di Compensation & Benefit. Il concetto di Compensation rientra in quello più generale di Total Reward e include non solo il calcolo dello stipendio ma anche premi e benefit diretti e indiretti offerti al dipendente in base alle sue esigenze personali e famigliari.

Il welfare in base al settore produttivo

Per alcuni Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL) il piano welfare è obbligatorio. Il primo esempio è quello dei metalmeccanici, a cui hanno fatto seguito le oreficerie, le aziende di telecomunicazioni, quelle che operano nel settore del turismo e della ristorazione. La distinzione dei piani di welfare in base ai settori di produzione risiede chiaramente nei diversi processi operativi ai quali conseguono diverse necessità.

Le politiche di Welfare e la Responsabilità sociale dell’azienda (CSR)

CSR e politiche di welfare

La strategia di welfare all’interno di un’organizzazione aziendale può essere annoverata tra le iniziative di CSR (Company Social Responsability). Il CSR è il ramo del business che disciplina tutte le iniziative intraprese per contribuire attivamente, in quanto azienda, al benessere sociale. Gli ambiti di riferimento possono essere i più svariati e anche le modalità di intervento, in risposta a determinate esigenze della società. Tutti i servizi e i benefici frutto del piano di welfare, concorrono a rappresentare quest’impegno, assunto dall’organizzazione aziendale, affinché vengano sanate determinate esigenze umane.

Welfare e norma ISO 45001:2018

Le aziende che vogliono conformarsi ai requisiti della norma ISO 45001:2018, hanno un motivo in più per offrire ai loro dipendenti un piano strutturato di benefici welfare. Tale norma internazionale e volontaria si pone il compito di diminuire gli incidenti sul lavoro e le malattie professionali non solo con le prassi della sicurezza ma anche con strumenti volti a migliorare il benessere di tutti i lavoratori. Strutturare un piano di servizi e benefit per i dipendenti è un ottimo modo per uniformarsi alla normativa e innescare un circolo virtuoso di miglioramento continuo.

Gli obiettivi di crescita sostenibile dell’agenda ONU 2030

Anche i 17 obiettivi di sostenibilità, indicati dall’agenda ONU 2030 (SDGS), si posizionano sullo stesso percorso di crescita e sviluppo consapevole sul quale si trovano gli obiettivi del welfare aziendale. Quest’ultimo, manifesta un valore cruciale per il raggiungimento di alcuni degli obiettivi SDGS come l’obiettivo 3, salute e benessere, e l’obiettivo 4, istruzione di qualità, l’obiettivo 8, lavoro dignitoso e crescita economica, l’obiettivo 9, imprese, innovazione e infrastrutture.

Il welfare per una gestione strategica delle risorse umane

Il welfare aziendale è alla base di una gestione strategica delle risorse umane. Il comparto HR di ogni azienda ha il compito di massimizzare le prestazioni dei dipendenti e accrescere il loro coinvolgimento, favorendone il benessere sia in ambito lavorativo che in ambito privato. La continua evoluzione del mercato del lavoro e delle esigenze delle famiglie, le aziende devono poter offrire percorsi di crescita sia dal punto di vista professionale che personale.

Una politica di welfare che si rispetti, deve rispondere alle esigenze delle varie fasi della vita di una persona. In quest’ottica, il reparto HR deve prestare empatia e capacità di ascolto. Gli strumenti a disposizione per analizzare le esigenze dei lavoratori sono indagini e questionari anonimi.