Un piano di welfare aziendale è uno strumento utilizzato dalle imprese per la talent retention e l’employer branding: come funziona il benefit in busta paga?

I benefit aziendali comprendono diverse categorie di beni e servizi che un’azienda può erogare ai propri dipendenti all’interno del pacchetto retributivo. A differenza del classico stipendio, però, questi omaggi ai dipendenti non costituiscono reddito imponibile e quindi presentano un importante vantaggio per il lavoratore. Inoltre, molto spesso si tratta di benefit aziendali deducibili. Dunque, i vantaggi fiscali si estendono anche all’impresa stessa.

In questo modo, quindi, l’azienda può garantire ai propri dipendenti una retribuzione migliore a condizioni vantaggiose. Ma come inserire i benefit aziendali in busta paga?

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Come inserire il fringe benefit in busta paga

All’interno di una classica busta paga, i datori di lavoro hanno la possibilità di inserire anche i benefit aziendali. I benefit in busta paga compaiono come voce figurativa e, entro una certa soglia, presentano una tassazione agevolata per l’azienda e un’esenzione contributiva per il lavoratore.

Pertanto, l’unica risposta possibile alla domanda relativa a quanto costa il fringe benefit in busta paga è: dipende!
Il costo per lavoratore e azienda dei benefit in busta paga dipende dalla tipologia di benefit e dall’importo.

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Benefit in busta paga: come funziona

Come detto, i benefit aziendali non costituiscono reddito imponibile e compaiono come contribuiti figurativi all’interno della busta paga. Questo significa che, tra le voci che compongono la retribuzione ci saranno anche quelle relative ai fringe benefit.

Attenzione, però. L’importo di questi benefit non verrà poi calcolato all’interno del netto in busta paga. Questo significa che l’erogazione dei benefit aziendali deve essere poi sommata al netto dello stipendio mensile, andando quindi a creare una retribuzione maggiore.

Esempio busta paga con buoni pasto

Per capire meglio questa condizione è utile fare degli esempi. Uno dei fringe benefit più richiesti e apprezzati è rappresentato dai buoni pasto. Questa tipologia di welfare presenta dei particolari limiti, rispettati i quali è possibile inserire i buoni in busta paga in maniera agevolata.

In particolare, i buoni cartacei possono avere un valore di 4€ al giorno, mentre quelli elettronici possono arrivare fino a 8€, avendo anche l’IVA agevolata al 4%. Entro questi importi i buoni pasto sono completamente esenti da tassazione per i dipendenti e interamente deducibili per l’impresa.

Una busta paga con i buoni pasto, quindi, vedrà la voce figurativa “buoni pasto” aggiungersi alle altre componenti dello stipendio mensile, senza però venire sommata all’interno del calcolo totale. Questo significa che l’importo dei buoni pasto non sarà presente nel netto busta, ma sarà da considerarsi aggiuntivo a tale cifra.

Esempio busta paga con fringe benefit auto

Discorso simile, ma sostanzialmente diverso, va fatto per il benefit auto in busta paga, che riguarda sia i buoni benzina per i dipendenti sia l’utilizzo dell’auto aziendale . A determinare l’importo in busta paga, nonché la sua deducibilità ai fini dell’impresa e l’agevolazione fiscale per i lavoratori, sono le tabelle ACI. Questi documenti, infatti, definiscono la tipologia di utilizzo dell’auto aziendale (il più comune è l’uso promiscuo) e stabiliscono dei parametri a seconda del chilometraggio e delle caratteristiche tecniche della macchina.

È importante aggiungere, infine, la possibilità di avere dei buoni benzina per i dipendenti fino ad un massimo di 200€ che si vanno ad aggiungere alla classica soglia del fringe benefit.

Cosa accade se si erogano troppi benefit?

Le agevolazioni economiche e contributive dei benefit aziendali sono strettamente regolamentate. La normativa per il welfare aziendale è promulgata dal Tuir, il quale va letto e aggiornato alla luce delle Leggi di Stabilità e delle Circolari dell’Agenzia dell’entrate.

In particolare, i benefit aziendali sono esentasse fintanto che rientrano entro la soglia del fringe benefit, riportata nel 2023 a 258,23€. Superato tale importo, l’intera somma sarà sottoposta a tassazione ordinaria.