Un piano di welfare aziendale è utile per aumentare il senso di appartenenza dei dipendenti all’impresa: ma quanto costa al datore di lavoro inserire il fringe benefit in busta paga?

I fringe benefit stanno diventando sempre più popolari sul posto di lavoro e i datori di lavoro iniziano a offrirli per attrarre e trattenere i migliori talenti. Questi benefit sono offerti in aggiunta al normale stipendio del dipendente. La maggior parte dei datori di lavoro include i fringe benefit, nella busta paga, rendendo più facile per i dipendenti comprendere il valore totale del loro pacchetto retributivo.

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Perché conviene inserire il fringe benefit in busta paga

Uno dei principali vantaggi dell'inclusione dei fringe benefit nella busta paga è che i dipendenti hanno una chiara comprensione del loro pacchetto retributivo totale. I dipendenti possono facilmente vedere il valore dei benefit che ricevono, il che può aiutarli a sentirsi più apprezzati e soddisfatti del loro lavoro.
Inoltre, l'inclusione dei fringe benefit nella busta paga può aiutare i dipendenti a mettere a bilancio le proprie finanze in modo più efficace, in quanto sanno esattamente quanto riceveranno in busta paga ogni periodo.

Deducibilità fringe benefit

Per quanto riguarda il regime fiscale dei fringe benefit, bisogna fare riferimento alla normativa sul welfare aziendale. In particolare, a regolamentare l’erogazione e la tassazione dei benefit aziendali sono alcuni articoli del Tuir.
Secondo le ultime disposizioni legislative, i fringe benefit sono esentasse sia per il datore di lavoro che per i dipendenti entro la soglia di importo massima. Per il 2024 questo limite è stato portato a fino a 2000€. Questo significa che entro tale importo i benefit aziendali non costituiscono reddito imponibile e dunque non sono sottoposti a tassazione.
Qualora i benefit erogati superassero questo importo, la somma intera sarebbe sottoposta a tassazione ordinaria.

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Fringe benefit in busta paga: esempio

Un esempio interessante di benefit aziendale che vale la pena approfondire è il bonus carburante . Questo perché, pur rientrando nella categoria dei fringe benefit, il bonus benzina segue dinamiche diverse e peculiari.
I bonus carburanti possono avere un importo massimo di 200€ e, a differenza degli altri fringe benefit, sono soggetti a tassazione. Con il decreto 5/2023, infatti, è stato disposto il versamento di contributi su questo benefit. Questo decreto si traduce con un 30% di trattenute per le aziende e circa il 9% per i lavoratori. Quindi, ipotizzando un bonus carburante da 200€, il costo per le azienda sarà di 260€, mentre l’importo netto per il lavoratore sarà di circa 180€.
Un’altra situazione da seguire attentamente è quella riguardante le auto aziendali. Per usufruire dell’auto aziendale come benefit, infatti, è importante controllare le tabelle ACI aggiornate. L’auto aziendale è considerata fringe benefit quando viene fornita a uso promiscuo, ossia sia per il lavoro che per uso privato. I suoi costi, regime di tassazione e livello contributivo, vanno calcolati a seconda del caso specifico seguendo le indicazioni delle tabelle ACI.

Calcolo stipendio netto con fringe benefit

Come si evince da questi esempi, il calcolo dello stipendio netto con fringe benefit è molto difficile da attuare in linea teorica e ipotetica. Tutto, infatti, dipende dalle tipologie di benefit aziendali che vengono forniti.
Se si tratta di fringe benefit on top standard, come per esempio i buoni spesa , il loro importo sarà da aggiungere in maniera netta e diretta allo stipendio netto. Se, invece, i benefit aziendali rientrano in categorie speciali, bisogna attenersi alle normative specifiche per ogni caso.

Quanto costa il fringe benefit al datore di lavoro

Per il datore di lavoro, quindi, il fringe benefit in busta paga ha solamente il costo netto fino alla soglia legislativa. Questo permette al datore di lavoro di alzare l’offerta del pacchetto retributivo aziendale, migliorando la qualità della vita del lavoratore.
Il piano di welfare aziendale consente di offrire dei benefit ai dipendenti che vadano oltre la classica remunerazione salariale. Il tutto con importanti agevolazioni fiscali, sia per i lavoratori che per l’impresa. Un ottimo modo, dunque, per creare una cultura aziendale forte e migliorare la produttività.